Un libro e un caffè

"Leggere è sognare per mano altrui". Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine.

Categoria: L’angolo di Ceci

“L’imitazione di una foglia che cade” di Luca Doninelli (Aboca edizioni, 2020)

Cecilia ha letto per voi “L’imitazione di una foglia che cade” e ve ne parla in questo articolo. Grazie di cuore ad Aboca per averci inviato una copia del libro e per aver atteso a lungo questa recensione.

 Uno scrittore vive solo da molti anni, ormai abituato alla solitudine. Una mattina riceve un pacco che contiene un libro: Historia Francorum di Gregorio di Tours appartenutogli anni addietro. Il pacco non ha mittente ma l’unico indizio è un indirizzo che non gli rammenta niente. Ma nascosto tra le pagine del libro il nostro protagonista scopre un suo vecchio quaderno contenente il suo primo romanzo, mai pubblicato. E ritorna indietro nel tempo, a quando con i suoi amici frequentava la bancarella di libri di Monsieur Pienau, per intraprendere un viaggio nella filosofia e nell’amore.

Nelle prime pagine scrive: “Nella mia storia non c’è un ulivo ma un acero americano [….] qui l’albero non fa da semplice spettatore degli eventi. Una sola foglia di quell’acero, giunta per caso sul balcone di casa mia, fu sufficiente infatti a cambiare il corso della mia vita”.

“L’imitazione di una foglia che cade” è un testo breve ma intenso, ricco di descrizioni delicate. È un libro che stimola udito e vista, che mentre lo leggi ti fa immaginare il fruscio di una foglia che cade o i colori di un bosco in autunno. Alcuni tratti sono poesia.  Un libro che stimola all’introspezione, al ripensare al passato, alla verità. Perché, come scrive Doninelli “Solo le nostre parole, infatti, spesso non parlano, oppure dicono altre cose da quelle che vorrebbero significare”.

La delicatezza di questo libro in alcuni tratti è sconcertante perché si scontra con la durezza del messaggio che vuole trasmettere “In ogni vero romanzo, per quanto parli di mare, esistono non dette anche le montagne, e nella scena più cruenta vibra il velo di una tenerezza immaginata, o perduta”.

“Il club delle lettere segrete” di Angeles Donate (Feltrinelli Editore, 2015)

Angeles Donate

A Porvenir c’è un ufficio postale e c’è una postina, Sara; poi ci sono tante altre persone: vecchie e giovani, tristi e felici, povere e ricche. Ma cosa succede se l’ufficio postale dopo quasi 100 anni rischia di chiudere per mancanza di lavoro costringendo Sara a trasferirsi in città con i suoi tre figli? Succede che queste persone si mobilitano per risollevare la situazione creando una catena di corrispondenza. E con le lettere come filo conduttore nascono amori, amicizie, si scopre la poesia e si parla anche della morte. Lettere e persone, persone che si scrivono lettere e lettere che salvano e uniscono le persone. Quando mi é capitato tra le mani “Il club delle lettere segrete ” ho pensato al tipico libro da spiaggia, uno di quei libri che lascia senza rimpianti sul lettino a bordo piscina per un tuffo rinfrescante. Bene, mi sbagliavo eccome! L’ho letteralmente divorato in due giorni e ne ho fatto una bella indigestione e se dovessi descriverlo con una parola questa sarebbe “positivo”. Leggere questo libro è infatti una iniezione di positività e di fiducia verso il prossimo, ci fa riflettere sulle nostre azioni quotidiane e sull’altruismo. Ecco… positivitá, fiducia, altruismo… tre parole di cui abbiamo veramente bisogno, oggi più di ieri. A dirla così si potrebbe pensare ad un libro banale e sdolcinato ma non lo è affatto!! Vi dovete fidare. Una volta ho letto che puoi dire che un libro ti è veramente piaciuto quando dopo averlo terminato senti già la mancanza dei protagonisti… ecco a me un po’ mancano già Sara, Alma, Alex, Rosa e tutte le altre persone positive e giuste che popolano questo club e voglio un po’ sperare che di persone così ce ne siano, anzi sono convinta che ci siano!

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