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Ci sono opere in cui ti riconosci, in cui sono riflessi il tuo gusto e la tua sensibilità e in effetti, dopo aver letto La rilegatrice di storie perdute ho pensato che se avessi scritto un romanzo sarebbe stato molto simile a questo.

Sofia, bibliotecaria e appassionata di legatoria, in cerca della sua indipendenza dopo essersi annullata per un uomo accentratore e poco attento a lei, “incontra” Clarice von Harmel, vissuta nell’Ottocento, leggendo una lettera nascosta in un prezioso volume dello scrittore romantico Christian Fohr. Questo interessante documento, solo una delle tracce disseminate da Clarice che raccontandosi vuole far sentire la sua voce, la porterà a voler sapere di più di quella donna fuggita da un marito violento e diventata poi ciò che aveva sempre desiderato: una rilegatrice.

Aiutata del grafologo Tomaso, Sofia ricostruirà la sua vita attraverso un’avventurosa ricerca, quasi un’indagine, ricca di suspense che le regalerà una nuove consapevolezze, un’intraprendenza inaspettata e la libertà emotiva e mentale tanto agognata.

Le due protagoniste sono tratteggiate in modo egregio: si “simpatizza” subito con loro e ci si immerge completamente nel loro vissuto, ci si immedesima nel loro desiderio di realizzazione personale e di autonomia, nella volontà ferrea di perseguire i propri obiettivi anche a costo di sacrifici.

Presente e passato si intrecciano alla perfezione in un’insieme armonico e ben costruito. Tra l’altro un’anima rétro come la mia non poteva che essere felice di essere catapultata in un’epoca meravigliosa come il XIX secolo e di ritrovarsi in un’aristocratica Vienna o in una Roma vivace e pullulante di attività culturali.

I libri sono il motore della storia: sono la grande passione delle nostre due signore, sono oggetti preziosi da curare e custodire soprattutto per ciò che contengono al loro interno: ideali, parole di speranza, di conforto, spunti di riflessione. Come dice Flaiano e come ribadisce, nel testo, il libraio Andrea: “Un libro sogna. Il libro è l’unico oggetto inanimato che possa avere sogni”. Grazie al libro giusto al momento giusto Sofia trova uno spirito affine che a sua a volta da un libro ha tratto il coraggio per riprendere in mano la propria esistenza.

Una trama intrigante sviluppata in modo curato e preciso, i temi di sicuro impatto, i personaggi ben caratterizzati, rendono l’opera della Caboni godibilissima e perfetta per prendersi del tempo per rilassarsi  perdendosi in una piacevole (doppia) storia, magari proprio in una fredda serata autunnale sorseggiando una cioccolata calda o, nel mio caso, un buon caffè.