Mi sono irrimediabilmente e perdutamente innamorata di “Magamamemoria”, il nuovo lavoro di Levante, intimo, anzi viscerale, delicato eppure potentissimo, ricercato ma non pretenzioso.

Ho sempre ammirato la cura e l’attenzione nella scelta delle parole della cantautrice di origine siciliana, confermate dalla scelta di un titolo così raffinato, evocativo, efficace e rappresentativo.

La title track mi ha conquistata immediatamente. Magmamemoria è un brano breve, ma prezioso, che costituisce la porta d’accesso all’album, che lo “battezza”, dandogli il nome (“Cremisi agli occhi dei giorni di gloria/Ecco il tuo nome, ti chimerai Magmamemoria). Mi è parso quasi il canto etereo di una sirena che invita ad ascoltare quanto verrà raccontato in seguito. Il testo, a mio avviso, è una vera e propria poesia che si intreccia in modo mirabile ad una musica dolce e carezzevole (da brividi sono i vocalizzi tra la fine della strofa e il ritornello).

 

“Non era vero

Tu non muori mai, tu non muori mai

Sei dentro di me

Come le vele spiegate dal vento

Spiegami perché ti aggrappi al ventre?

Non era vero

Tu non muori mai, tu non muori mai

Sei dentro di me

Navighi i mari della memoria

Riporti a galla, il mio petto brucia

Ancora, ancora gettata in fondo a me

Scardini le mie certezze

E ora che ritorni che farò?”

 

Si può rimuginare sul passato, riflettere, ma “per amare non esiste un corso d’aggiornamento”, “per essere felici in due” non esistono regole predefinite e ricette particolari”: questo è il messaggio che si evince da “Regno animale”, brano che ho apprezzato tantissimo perché estremamente coinvolgente. Colpiscono molto, anche in questo caso, i momenti finali delle strofe. L’unione tra musica parole riesce a far breccia nell’emotività dell’ascoltatore.

 

“Quanto tempo resterà se dividi per sempre?

Se il passato un errore e ho buttato via l’amore.

Ho avuto tutte le notti pe moltiplicare i sogni

Sistemare i miei pensieri

E archiviare i ricordi dei giorni perfetti

E come nei film c’ una scena finale

Dove vado di fretta, la mia vita mia spetta”

 

 

Una menzione particolare, secondo me, spetta all’introduzione di “Antonio”, che sembra l’interludio ad una pellicola in bianco e nero e conduce perfettamente nell’atmosfera sognante ma anche un po’ malinconica di questa canzone che evoca un amore intenso e felice, riassunto perfettamente nel verso “Se apro le braccia volo”.

Mi sono concentrata sul lato più intimista e personale dell’album, ma ci sono due canzoni molto interessanti che fanno un ritratto feroce, ma centratissimo della società odierna, di questi tempi “deserti di coraggio”: “Andrà tutto bene” e “Bravi tutti voi”.

 

“Incappo in un sacchetto, nella tua indifferenza

In fondo a questa strada hanno già perso la pazienza

I corsi di paura

ricorsi della storia

per trattenerci in una morsa senza memoria”

“Ce lo dirà il tempo che grande smarrimento è stato rimanere fermo”

 

Ho citato solo due stralci di queste canzoni, ma esse meriterebbero di essere analizzate in modo più approfondito. Di sicuro sono il frutto delle considerazioni di un’artista sensibile e attenta a quello che succede nel mondo che la circonda, che non vuole chiudere gli occhi di fronte ad alcune tematiche.

Gli alti titoli che compongono la tracklist sono ugualmente pregevoli. “Rancore” forse è brano più rabbioso anche se mitigato da sonorità non così “spigolose” mentre “Arcano 13” è il più struggente. “Il giorno prima dell’inizio non ha mai avuto fine” è una canzone originale, dalla musicalità “avvolgente”. “Questa è l’ultima volta che ti dimentico” e “Se non ti vedo non esisti” sono legate agli omonimi romanzi scritti da Levante (entrambi bellissimi), “Reali” è trascinante, “Saturno” sofisticata ed elegante mentre “Lo stretto necessario” con Carmen Consoli è un omaggio alla Sicilia e quindi alle radici della cantautrice. “

In un mondo musicale ormai intriso di omologazione, l’originalità, la profondità e la qualità di questo disco sono una boccata d’ossigeno e meritano di ottenere il giusto riconoscimento.