Devo ammetterlo, sono tra quelli che hanno colpevolmente sottovalutato o poco considerato Anne, la più piccola delle sorelle Brontë, affascinata come sono sin da piccola dall’eccezionale estro di Emily.
In effetti Samantha Ellis ha ragione, è un po’ come i Beatles: ricordiamo il genio ribelle Lennon, il talentuoso Paul McCartney, ma dimentichiamo che George Harrison ha scritto “Here comes the sun”.
Grazie a questo volume, che non è una semplice biografia, ma un omaggio sentito, ho potuto osservare un ritratto diverso, dipinto con uno sguardo certamente ammirato ma anche realistico.
La creatrice di Agnes Grey non è, infatti, solo la dolce ragazza compita e timida di cui si è sempre parlato, ma una narratrice consapevole, una giovane che voleva raccontare la verità, senza fronzoli o filtri, a partire dalle fatiche del lavoro di governante che lei stessa aveva svolto, per arrivare alla condizione femminile nell’epoca in cui viveva.
Le eroine a cui ha dato vita sono donne indipendenti: Agnes, ad esempio, non ha paura di allontanarsi dalla famiglia per guadagnarsi da vivere, Helen scappa dal marito alcolista a dispetto delle convenzioni per cercare una vita migliore per sé e per suo figlio.
Anne stessa lascia Haworth per lavorare come istitutrice affronta nei suoi romanzi temi impopolari (dunque è più ardita ed aperta di quanto potessimo immaginare), tenta di rimanere attaccata alla vita nonostante la sua morte sia solo questione di tempo e cerca di farsi sempre forza malgrado le avversità. Non è un caso che le ultime parole rivolte a Charlotte siano: “Fatti coraggio”.
Samantha Ellis, però, non ci racconta solo della Brontë, del rapporto con i soui congiunti, della nascita dei suoi romanzi, ma in alcuni momenti ci parla anche di sé, di ciò che prova e questo rende più vivo il libro che non è soltanto un freddo elenco di dati, ma il risultato di una ricerca che non ha lasciato indifferente chi l’ha curato.
Mi sono sinceramente commossa nel leggere il racconto della visita alla tomba di Anne e uno degli elementi di questo libro che mi hanno conquistato è proprio questo: la viva partecipazione, il coinvolgimento presente nella rievocazione della scrittrice.
Ero già stata totalmente conquistata dal modo di scrivere e dalla sensibilità della Ellis leggendo How to be a heroine, ma questa minuziosa opera di riscoperta e rivalutazione, ricca di dettagli ma anche di sentimento, l’ha definitivamente collocata in cima alla lista delle mie autrici preferite.
Spero vivamente che entrambi questi due libri possano essere tradotti in italiano perché il pubblico possa conoscerli e fruirne.
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