Un libro e un caffè

"Leggere è sognare per mano altrui". Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine.

Mese: dicembre 2016

Buon anno!

217

Lo so, forse non è particolarmente originale comparare l’anno che sta per iniziare ad un libro, ma il paragone è senz’altro calzante. E allora che il 2017 porti tanti nuovi libri da leggere e, soprattutto, tante nuove avventure da vivere, emozioni e scoperte! Che ogni  pagina di questo anno sia piena ed intensa.

Auguri di cuore a tutti,

Giuliana.

 

 

 

“Le ho mai raccontato del vento del Nord” di Daniel Glattauer (Feltrinelli, 2010)

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Le ho mai raccontato del vento del vento del vento del Nord è un libro apparentemente leggero, ma moderno e intrigante.

La trama è essenziale: Emmi, sposata con due figli e Leo, psicolinguista reduce da una relazione tormentata,  entrano in contatto quando la donna deve disdire, via mail, l’abbonamento ad una rivista. Comincia così un fitto scambio di missive virtuali che diventano però sempre più intime finché i due iniziano a provare un coinvolgimento profondo che resterà, però, sempre platonico.

Questa sorta di romanzo “epistolare” del XXI secolo è snello, pungente e ironico, ma anche sentimentale, provocatorio e in alcuni momenti audace. Sicuramente, poi, è molto attuale e ci fa riflettere sul nostro modo di gestire i rapporti interpersonali nell’era di Internet.

I due personaggi vivono la loro relazione basandosi sulle loro parole e sulle loro sensazioni, sicuramaente l’immaginazione e l’immaginario hanno un potere evocativo più forte rispetto alla disillusione a cui può condurre la realtà, ma si scontrano con le contraddizioni che un legame di questo tipo evidenzia. Basteranno scaramucce verbali, confessioni e confidenze a cementare un vero amore e soprattutto sarà un sentimento reale?

Glattauer in un crescendo di intensità narrativa riesce bene a mostrare l’avvicinamento di Emmi e Leo e l’acuirsi dei loro conflitti interiori unendo semplicità e tensione drammatica ottenendo la costante attenzione del lettore che è curioso di sapere come la loro storia andrà a finire.

Lo scoprirò, forse, con il secondo capitolo delle loro avventure, che di certo leggerò presto.

“L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome” di Alice Basso (Garzanti, 2015)

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Quando incontro autori e personaggi interessanti ho sempre l’impressione di aver trovato un tesoro nascosto, sentendomi poi quasi in colpa per non averli scoperti prima.

Mi è successo di provare questa sensazione con il romanzo di Alice Basso, L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome che ho letto tutto d’un fiato precipitandomi poi a comprare anche il secondo volume, Scrivere è un mestiere pericoloso.

La protagonista, Vani Sarca è una ghostwriter ossia scrive libri per gli altri, nell’ombra. Dark, introversa e poco incline ai rapporti interpersonali (nutre un’avversione particolare per la sua famiglia), ma è dotata di una straordinaria empatia oltre che di una sensibilità “sui generis”. Eccelle nel suo incarico, sforna capolavori su qualsiasi argomento, capisce gli altri in un batter d’occhio e anche per questo il suo capo le affida un lavoro importantissimo: aiutare Riccardo, autore di un bestseller a corto d’ispirazione, a scrivere un libro che abbia altrettanto successo.

Tra complicazioni sentimentali (l’aitante scrittore farà breccia nel cuore complicato della ragazza, ma nei romanzi non sempre l’happy ending è garantito) e la “produzione” di nuove parole Vani troverà anche il tempo, proprio grazie al suo intuito, di coadiuvare l’ispettore Berganza nella risoluzione di un giallo: la scomparsa di un personaggio per cui proprio Vani ha lavorato.

Il romanzo della Basso risulta un giallo dinamico, ironico e brillante, pieno di riferimenti letterari e di amore per la letteratura, la cui protagonista “arriva” in modo istantaneo.

Sarà banale, ma non vedo l’ora di leggere un altro capitolo della saga della nostra ghostwriter, ma spero anche che possa essere prodotta una serie televisiva basata sulle sue avventure.

Buon compleanno zia Jane!

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Jane Austen ci ha regalato purtroppo solo sei romanzi, diventati però pietre miliari della letteratura inglese e mondiale.

Indimenticabili sono la soave Anne e il suo intraprendente capitano Wentworth, l’audace Elizabeth e l’orgoglioso Darcy, i poveri nervi della signora Bennet, l’assennata Elinor e il suo contraltare, l’impulsiva Marianne, la simpatica Emma con il suo desiderio di far trovare a tutti l’amore e il solido Knightely. Chi pensa però che i romanzi della Austen siano dei semplici romanzi sentimentali si sbaglia di grosso. Sono la sublime ironia dei suoi testi, a volte più che pungente, unita ad una delicatezza tutta femminile, i ritratti riuscitissimi degli uomini e delle donne del suo tempo, le atmosfere di un mondo ormai lontano che però da’ spunti di riflessione anche sul nostro presente, a dare valore a questi testi.

Non è una zitella sognatrice in cerca di un modo per impiegare il suo tempo ad averli scritti, ma una donna coraggiosa, dotata di acume e talento che ha deciso di raccontare la società in cui viveva e di far sentire la sua voce nella maniera a lei più congelare, usando la sua penna sferzante, una voce che non ha smesso di risuonare e che ancora oggi conserva il suo fascino.

Con questo post voglio ricordare l’anniversario della sua nascita cercando di celebrarla a modo mio per cui: buon compleanno zia Jane!

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