Quando incontro autori e personaggi interessanti ho sempre l’impressione di aver trovato un tesoro nascosto, sentendomi poi quasi in colpa per non averli scoperti prima.
Mi è successo di provare questa sensazione con il romanzo di Alice Basso, L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome che ho letto tutto d’un fiato precipitandomi poi a comprare anche il secondo volume, Scrivere è un mestiere pericoloso.
La protagonista, Vani Sarca è una ghostwriter ossia scrive libri per gli altri, nell’ombra. Dark, introversa e poco incline ai rapporti interpersonali (nutre un’avversione particolare per la sua famiglia), ma è dotata di una straordinaria empatia oltre che di una sensibilità “sui generis”. Eccelle nel suo incarico, sforna capolavori su qualsiasi argomento, capisce gli altri in un batter d’occhio e anche per questo il suo capo le affida un lavoro importantissimo: aiutare Riccardo, autore di un bestseller a corto d’ispirazione, a scrivere un libro che abbia altrettanto successo.
Tra complicazioni sentimentali (l’aitante scrittore farà breccia nel cuore complicato della ragazza, ma nei romanzi non sempre l’happy ending è garantito) e la “produzione” di nuove parole Vani troverà anche il tempo, proprio grazie al suo intuito, di coadiuvare l’ispettore Berganza nella risoluzione di un giallo: la scomparsa di un personaggio per cui proprio Vani ha lavorato.
Il romanzo della Basso risulta un giallo dinamico, ironico e brillante, pieno di riferimenti letterari e di amore per la letteratura, la cui protagonista “arriva” in modo istantaneo.
Sarà banale, ma non vedo l’ora di leggere un altro capitolo della saga della nostra ghostwriter, ma spero anche che possa essere prodotta una serie televisiva basata sulle sue avventure.