In pratica il quadro è questo (cit.): dopo aver scritto e cancellato, cancellato e riscritto, finalmente sono riuscita a dare alla luce la recensione del romanzo “Il morso della vipera”. La verità è che più tengo ad un libro, più faccio fatica a scrivere perché temo di non valorizzarlo con le mie parole.
Paranoie da recensore a parte, non avevo dubbi che, dopo aver concluso la saga dedicata alla ghostwriter Vani Sarca, Alice Basso avrebbe tirato fuori dal suo cilindro un’altra storia originale e scritta in modo magistrale. Io sono già stata completamente conquista da Anita e dal suo mondo.
L’autrice ci fa fare un viaggio a ritroso nel tempo, portandoci nel 1935, quindi in epoca fascista. La protagonista è Anita Bo, come ho anticipato, una giovane avvenente e arguta (anche se lei in realtà ama farci pensare il contrario) che è in procinto di sposarsi con Corrado, bellissimo e serafico ragazzo di buona famiglia. Un po’ intimorita dall’idea di diventare moglie e madre di sei figli ˗ questo è il progetto di Corrado, che ha anche già scelto il nome dei pargoli ˗ decide di cominciare a lavorare come dattilografa e viene assunta in una nota casa editrice che pubblica “Saturnalia”, una rivista nella quale vengono tradotti gialli americani e trovano spazio anche gialli nostrani. Di “Saturnalia” si occupa l’affascinante intellettuale Sebastiano Satta Ascona (alias Satta Coso), il quale con la sua dattilografa si troverà di fronte ad un vero giallo da risolvere.
Tantissimi sono gli elementi che rendono questo romanzo pregevolissimo e di grande qualità, a partire dall’immenso lavoro di ricerca compiuto per ricostruire il contesto storico nel quale la storia si svolge. L’atmosfera degli anni ’30 è stata ricreata in modo davvero efficace e fa sì che chi legge vi si immerga completamente.
I personaggi sono, come al solito, caratterizzati benissimo. Oltre alla deliziosa protagonista, finta svampita, molto intelligente e sveglia, ho adorato Clara, la migliore amica di Anita, così diversa da lei eppure così complementare a lei. Non attraente, ma sensibile, pratica, razionale è l’esempio di una donna che accetta se stessa, che vive bene con se stessa, che cerca la sua indipendenza e che, in un modo tutto suo, si ribella ai prototipi femminili dell’epoca. Non si può tralasciare Candida Florio, la ex professoressa delle due ragazze, eccentrica, ribelle e pronta ad inculcare in loro autostima e libertà di pensiero.
Molto interessante mi è parsa proprio la riflessione sulle donne, sul loro ruolo, su come venivano e vengono considerate. In alcuni frangenti infatti non si possono non cogliere anche riferimenti all’attualità. In modo sottile e ironico, come le è proprio, Alice ad inserire delle considerazioni molto importanti, che a volte diventano vere denunce.
Il contrasto tra apparenza e realtà, tra superficiale ed essenziale mi pare un fil rouge che lega quest’opera a
quelle dedicate Vani. Trovo sempre molto stimolante ed intrigante approfondire questi concetti antitetici.
C’è una panoramica metaletteraria sul genere giallo e anche qui si notano studio, ricerca attenzione e passione.
Durante una presentazione tenutasi tramite Meet, una partecipante ha sottolineato il fatto che con i libri di Alice Basso si impara sempre qualcosa e non posso che essere d’accordo. La curiosità che si percepisce dietro la scrittura e la creazione dei suoi testi arriva direttamente al lettore. Anche in questo caso, poi non si riesce a lasciare il libro senza terminarlo, in effetti l’ho finito alle tre di notte perché non vedovo di l’ora di vedere come si sarebbe evoluto e concluso il racconto.
Da sottolineare è anche il divertente gioco linguistico sui termini stranieri che vengono italianizzati in modo assolutamente personale, da Anita, proprio perché l’uso di parole non italiane veniva impedito durante il Fascismo.
Spero, a questo punto, di aver instillato in voi il desiderio di leggere “Il morso della vipera”, mi auguro che siano passati il gusto e il divertimento che ho provato nel leggerlo. Sono già impaziente di vedere dove ci porterà il secondo capitolo delle avventure di Anita. Sono sicura che riuscirà ancora a stupirci e a coinvolgerci.