Un libro e un caffè

"Leggere è sognare per mano altrui". Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine.

Mese: settembre 2016

“Un po’ di follia in primavera” di Alessia Gazzola (Longanesi, 2016)

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Alice is back… finalmente.

La dottoressa Allevi è tornata con la sua irresistibile simpatia e la solita irrefrenabile curiosità. Sta per specializzarsi e ancora una volta aiuta l’ispettore Calligaris a risolvere un caso estremamente spinoso: l’omicidio di un noto psichiatra nonché suo ex professore. Pare inoltre che sia guarita dalla cronica sindrome da cuore in sospeso di cui soffre, ma sarà davvero così o per la nostra allieva prediletta ci saranno altri scossoni? Che ne sarà del sentimento per l’inquieto Arthur e dell’ “attrazione fatale” per il carismatico dottor Conforti? Lo scoprirete solo sfogliando le pagine di “Un po’ di follia in primavera” che non deluderà le aspettative degli ammiratori di Alessia Gazzola e dei suoi romanzi.

Ancora una volta l’autrice riesce ad “accalappiare” il lettore e a inchiodarlo al libro fino all’ ultima riga.

La storia è avvincente e ricca di colpi di scena, ironia e pathos si alternano creando dinamismo e i personaggi risultano gradevolmente familiari grazie alla loro magistrale caratterizzazione.

L’ho terminato da poco e già non vedo l’ora che ad Alice vengano fatte vivere nuove entusiasmanti avventure.

“La trama dell’invisibile” e “Tutto appariva in bianco e nero” (Edizioni Ensemble, 2016)

14454620_10211411508513239_653335649_nNelle ultime giornate estive mi hanno accompagnata due libri pubblicati dalla casa editrice Ensemble, entrambi ben scritti e molto interessanti: La trama dell’invisibile di Maria Cristina Mannocchi e Tutto appariva in bianco e nero di Lorenzo Galantino.

Il primo è un saggio dedicato ad Antonio Tabucchi, sentito e vibrante, in cui a predominare non è un’analisi piatta dell’opera dello scrittore, ma una riflessione estremamente dinamica, impreziosita da ricordi e suggestioni dell’autrice. In effetti il filo conduttore del testo è il topos del viaggio sia metaforico che reale: la gita della professoressa Mannochi con i suoi studenti a Lisbona è l’occasione per far conoscere ai ragazzi il grande scrittore e sottolinea l’importanza data all’insegnamento e alla trasmissione concreta del sapere (aspetto che mi ha particolarmente colpita), i soggiorni in luoghi che rimandano a lui sono momenti significativi non solo a livello intellettuale, ma soprattutto personale e rimarcano la potenza della parola scritta che può coinvolgerci, arricchirci ed influenzarci.

Il romanzo di Galantino invece trasporta il lettore nella Milano degli anni ’90 e nella vita di Riccardo, tormentato da due amori complicati, dei suoi amici e di Letizia, giovane fioraia religiosissima che vive un matrimonio infelice. Intenso e con un finale spiazzante questo romanzo riesce a catturare il lettore grazie ad una gestione sapiente del ritmo della narrazione e ad una scrittura intimista che permette di comprendere bene i personaggi, di familiarizzare con loro. Le brevi incursioni nella storia del nostro Paese aiutano ulteriormente ad inquadrare le vicende dei protagonisti, danno un tocco di realismo al testo e aiutano ad entrare nelle sue atmosfere.

I due titoli presentati sono entrambi validissimi e sono in grado di soddisfare sia il gusto di chi ama la saggistica che quello di chi ama la narrativa.

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