Un libro e un caffè

"Leggere è sognare per mano altrui". Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine.

Mese: agosto 2023

“Cuore di serpente” di Giovanni Montini (Bertoni Editore, 2022)

Giulio Martinelli, uno scrittore quarantenne alla ricerca dell’inspirazione per il suo prossimo libro e in crisi esistenziale, accetta la proposta della sua amica Francesca e trascorre alcuni giorni di vacanza nella sua villa. L’arrivo del giovanissimo figlio acquisito di Francesca sconvolgerà la vita di Giulio che si innamorerà perdutamente di lui, portandolo a rivedere tutte le sue convinzioni e priorità. Il ragazzo, inoltre, farà riemergere vecchi dolori, dissapori e segreti inconfessabili, dando il via ad una spirale di eventi che renderanno quella torrida estate del 1977 un punto di svolta nell’esistenza dei personaggi. Dopo quel soggiorno al Circeo, niente sarà più lo stesso. In questa sorta di bolla artificiale e artificiosa creatasi intorno a Giulio, Andrea, Francesca, Nicoletta e Gabriele, si sente il riverbero degli accadimenti sociali e politici verificatisi in Italia in quel periodo, in una fusione ideale tra “pubblico” e privato che è, oltra all’azione, un altro elemento costituivo importantissimo del testo.

“Cuore di serpente” è un romanzo intenso, che si regge su un ben riuscito e intricato gioco psicologico intessuto a partire dalle fragilità, dalle pulsioni e/o intenzioni nascoste dei protagonisti, dal loro lato più oscuro.

Ognuno di loro nasconde qualcosa, ognuno di loro è insoddisfatto e fa trasparire solo quello che decide di far vedere, ognuno di loro, forse, ha un cuore di serpente.

L’atmosfera tesa da vero e proprio thriller, traboccante di sensualità, che definirei quasi decadente, fa sì che l’opera di Montini non lasci di sicuro indifferente il lettore con un suo stile bene definito.

La scrittura è curata, precisa ed è molto riconoscibile il suo taglio cinematografico, ben evidenziato dalle descrizioni dettagliate, ma anche in quella che mi è parsa, in alcuni momenti, una suddivisione dei blocchi narrativi in scene. Montini, infatti, si è dichiaratamente ispirato al film “La piscina” con Alain Delon e Romy Schneider.

Interni ed esterni ben ripartiti, visione d’insieme e focalizzazione sull’intimità dei soggetti presi in considerazione: tutto questo riesce a dare al testo una composizione omogenea e ben pensata. Ovviamente i colpi di scena non mancano.

Se amate le letture ricche di pathos e che permettono di scandagliare gli abissi dell’animo umano “Cuore di serpento” è il libro perfetto per voi.

“Formulario per la presenza” di Francesca Innocenzi (Progetto cultura, 2022)

“Il tempo trascorso è come una foto dove non sai se guardare o morire ovunque tentato trapassa il morire nel vaso debitamente deposto non dire dove dilegua lo sguardo fattosi scatto del muto sparire”

 

Questi versi sono perfetti per cominciare a descrivere la raccolta di poesie “Formulario per la presenza” di Francesca Innocenzi. I componimenti contenuti nel testo sono, in effetti, come degli scatti che mostrano in modo più nitido, i ricordi e le emozioni dell’autrice.

La Innocenzi utilizza la forma poetica, a mio avviso, per tracciare un sentiero, per ritrovare la strada di casa, ritrovare se stessa, o meglio, per affermare il suo essere presente a se stessa e al mondo.

Una profonda emozionalità caratterizza le liriche che offrono al lettore una visuale privilegiata sull’anima e sulle riflessioni più intime della Innocenzi.

“Il tempo anelato istante eterno è caduto come miele sul selciato il tempo, profumo di pruneto rifugio e scampo al tuo corpo voluto la ferrea leggerezza che in te ho accarezzato stasera serbo scherzo di brezza su salice muto”

Evocando in modo tangibile, tramite un sapore, un odore, ma anche il dolore, ferita da curare, o momenti importanti, apparentemente insignificanti ma di enorme valore, la scrittrice ci conduce in una sorta di ricerca del tempo perduto.

Questo “Formulario”, nel quale, in realtà, non esistono schemi prestabiliti, formule o ricette preconfezionate, è un viaggio che invita tutti, a interrogarsi sul breve lasso di tempo che è concesso ad ognuno, a dare valore ad ogni esperienza o istante vissuto, ad ogni sentimento vissuto.

Al di là del senso di malinconica nostalgia che pervade il testo, l’anelito di evoluzione personale che vi si respira fornisce una chiave di lettura ottimistica e positiva di quest’opera, adatta a chi ama l’introspezione e non ha paura di guardarsi dentro, trovandosi al cospetto di versi così ricchi di pathos.

“Non ospiti porte né muri ma argini buoni e letti di pace ed inconquistate altezze da scalare. qui non chiedere parola ma rimani in qualunque tempo e forma tu sia”

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