Amo tantissimo seguire il percorso degli autori con i quali sono entrata in contatto, vedere la loro evoluzione, capire dove la loro vita letteraria li stia portando, per cui sono stata particolarmente felice quando “Scrittura a tutto tondo”, che ringrazio di cuore, ha portato alla mia attenzione il nuovo libro di Paola Maria Liotta. “Al mutar del vento” è un romanzo estremamente originale, che potrei sinteticamente  definire una sorta di riscrittura del mito di Teseo e Arianna e nel quale ho ritrovato le caratteristiche dell’autrice che già mi avevano colpita quando l’ho “incontrata” per la prima volta grazie a “Piano concerto Schumann”, ossia l’eleganza stilistica, la raffinatezza e l’interesse per il mondo classico che viene amplificato nell’opera di cui vi sto parlando, visto che un mito ne costituisce la base narrativa. La leggenda che già conosciamo, non viene semplicemente riproposta, ma viene analizzata in modo approfondito, dai protagonisti stessi.  La loro “versione dei fatti” viene resa in modo personale e l’uso costante dell’io come voce narrante, ne è la conferma. I pensieri di Arianna, di Teseo e degli altri “attori” coinvolti vengono a galla dando vita ad un flusso impetuoso di emozioni, ricordi, considerazioni e riflessioni. Ho parlato di romanzo, ma in realtà, secondo me, questo scritto travalica i generi letterari, perché in alcuni momenti potrebbe diventare pièce teatrale visto l’uso del monologo, mentre in altri si fa poesia, visto il linguaggio estremamente ricercato.  Consiglio questo libro a chi ama opere inusuali e non scritte per seguire mode o stereotipi, ma per il puro piacere della scrittura, per l’esigenza di raccontare qualcosa per cui si ha tanta passione. Sembra una cosa banale da dire, ma penso che trovare opere del genere sia tanto raro, quanto meraviglioso, come raro e bello è trovare sguardi che con delicatezza cercando di approfondire, di capire e di cercare una visione personale delle cose. In effetti uno degli “insegnamenti” che si possono ricavare da “Al mutar del vento” è questo: la verità non è mai univoca, le cose possono avere vari risvolti a seconda di chi la racconta. Passando dalla storia alla materia da cui la storia è stata tratta, è importante secondo me non far disperdere il patrimonio che ci deriva dalla cultura greca e latina: si può in chiave moderna o originale diffondere quando essa ci ha offerta, facendole rivivere. Altresì importantissime e pregevoli ho trovato le pagine dedicato alle donne, che parlano della loro “condizione”, delle loro problematiche e che si prendono lo spazio a loro dovuto. Non posso, dunque, che esprimere un giudizio più che positivo su “Al mutar del vento” ed invitarvi a leggerlo.