Mi ha fatto molto piacere ricevere, per la seconda volta, una proposta di lettura da parte dell’agenzia “Scrittura a tutto tondo” e devo dire che, anche in questo caso, non sono rimasta delusa dal testo che mi è stato inviato.
“La rosa dei venti – Le gocce di Lazhull”, di Mirko Hilbrat, è un fantasy intricato, pieno di azione e suspense. Gli appassionati del genere si divertiranno moltissimo immergendosi nelle avventure della grintosa e ribelle principessa Syria, del coraggioso cavaliere Rion, del saggio consigliere Serin, del principe “traditore” Mortis.
Le 546 sono costellate da battaglie all’ultimo sangue (regni in contrasto, ma in senso più ampio buoni e cattivi, si combatteranno duramente e senza esclusione di colpi) e abitate da una fantasiosa schiera di vampiri, elfi ed esseri dotati di poteri magici.
I due personaggi principali, Syria e Rion, sono senza dubbio molto affascinanti, sono caratterizzati in modo estremamente efficace e riescono a colpire con facilità ed immediatezza il lettore. La protagonista femminile è una giovane audace che non ha paura di sovvertire le regole per seguire il suo cuore, mantenendo una promessa fatta a suo padre mentre il ragazzo, che ha un passato misterioso di cui non conserva alcun ricordo, è riflessivo, corretto, desideroso di farsi valere, ma non irruento.
La capacità immaginifica dell’autore emerge nitidamente nel mondo, o meglio, nei vari mondi che racconta e forse questa è la cosa che più mi ha colpito del suo romanzo. Devo confessare che non sono un’accanita “consumatrice” di fantasy, eppure ammiro molto chi, come Mirko Hilbrat, con impegno e grande inventiva riesce a creare qualcosa di originale e inusuale.
Soprattutto un pubblico giovane potrebbe, a mio parere, apprezzare il libro “La rosa dei venti”, magari leggendolo piano piano, “a puntate”, quasi come fosse un serie televisiva (in effetti ci sarà un seguito, quindi l’idea della serialità è già in qualche modo presente negli intenti di Hilbrat) ed è l’ideale per queste giornate o serate festive in cui si potrebbe voler divagare ed evadere.