Un libro e un caffè

"Leggere è sognare per mano altrui". Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine.

Mese: agosto 2016

Concorso letterario “L’albero di rose”

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Per qualche ora ieri il mio paese si è trasformato in un’oasi di poesia. Si è svolta infatti la premiazione del concorso letterario L’albero di rose, così chiamato non solo in riferimento al grandissimo poeta Leonardo Sinisgalli, ma anche all’albero protagonista della nostra meravigliosa festa, il Maggio, su cui viene posto un bouquet di rose. Il Maggio è narrazione viva, quindi fonte d’ispirazione ideale per chi scrive.

La prestigiosa giuria coordinata da Maria Grazia Trivigno e composta dal professor Giovanni Caserta (presidente), Dante Maffia, Luciano Nota, Marco Onofrio e Giorgio Taffon ha scelto tra i molti testi pervenuti e ha decretato i seguenti vincitori (l’elenco è stato estrapolato dal sito La presenza di Erato):

 

Sezione poesia edita

Donato Loscalzo, L’amore, invece

Anna Maria Curci, Nuove nomenclature e altre poesie

Francesco Tarantino, Getsemani o dell’inquietudine

Segnalazione: Anna Elisa De Gregorio, Un punto di biacca

 

Sezione poesia inedita

Onofrio Arpino, Ritorno

Fernando Della Posta, Matrimonio lucano

Sergio Gallo, Pinus leucodermis

Segnalazione: Paolo Polvani, Il pino della ferrovia

 

Sezione racconto breve inedito

 

Pierfrancesco Stella, Selva d’antropofaggi

Antonio Villa, L’orto degli ulivi

Giovanni Asmundo, Una dedica

Segnalazione: Gianfranco Iovino, Profumo di radici

 

Menzione d’onore ai giovanissimi poeti di una scuola elementare di Nardò che hanno intenerito e deliziato il pubblico con i loro componimenti.

È importante inculcare nelle giovani generazioni l’amore per la cultura, per i libri e per la poesia, per cui la presenza di questi piccoli è stata particolarmente rilevante.

In definitiva è stata una manifestazione riuscita e stimolante che si ripeterà il prossimo anno.

“I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani” di Silvia Pareschi (Giunti 2016)

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Silvia Pareschi, una delle più note traduttrici dall’inglese, ha deciso di far sentire la sua voce e di mostrarci la sua America nella raccolta I jeans di Bruce Springsteen e latri sogni americani.

Dai territori più impervi e selvaggi, dove “la solitudine si sente fisicamente” alla pittoresca ed eterogenea San Francisco, l’autrice registra e fotografa la vita in America, rilevandone curiosità, stranezze, aspetti positivi e negativi attraverso uno sguardo realistico e pragmatico.

Da una parte viene descritto un Paese variegato, in cui praticamente tutto è possibile, dall’altra l’idealizzazione lascia spazio alla verità che porta alla luce le mille contraddizioni in esso presenti come il divario eccessivo tra ricchi e poveri o una sanità lontana dal garantire le cure a tutti.

Il tono del libro, comunque, non è affatto pessimistico o distruttivo; ad emergere prepotente non è una critica severa, ma un desiderio di trasmettere la propria esperienza e soprattutto una sete di conoscenza unita ad una notevole curiosità.

La dimensione del sogno in tutta la sua purezza non è, però, completamente accantonata. Non è un caso infatti che a chiudere la raccolta sia il testo più “romantico”, in cui una giovanissima Silvia va a New York e inaspettatamente ha la possibilità di visitare alcuni luoghi frequentati del suo idolo, Bruce Springsteen.

Il sogno rivive, ma cambia volto, assume una dimensione pluralistica (in effetti il sottotitolo parla di sogni) o se vogliamo una connotazione più concreta, mentre vengono raccontati i tanti “nuovi mondi” (persone, pensieri, stili di vita), scoperti dalla scrittrice.

Fresco, diretto e appassionante I jeans di Bruce Springsteen è di facile lettura ma non banale, perfetto per chi ama gli Stati Uniti, per chiunque voglia conoscerli meglio e, più in generale, per chi ama scoprire quei nuovi mondi a cui accennavo, grazie ai quali si può meditare ed imparare.

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