Tardo pomeriggio, una chiacchiera tra amiche e ti ritrovi a scoprire un gruppo molto interessante: i Canova.
Ascoltando le nove tracce del loro album, “Vivi per sempre” si notano immediatamente il sound, moderno, fresco, ma con un tocco vintage che io adoro, e un’atmosfera quasi ovattata da giornata uggiosa che un po’ rende melanconici, ma al tempo stesso tempo riscalda e permette di raccogliersi in sé stessi.
In effetti sono canzoni introspettive, quelle dei Canova, anche se con suoni “leggeri” e un bel ritmo.
I testi sono estremamente curati e raffinati, con un’attenzione notevole alla lingua e al suo effetto evocativo, cosa che è sempre apprezzabile se si vuole fare musica di qualità. Ritengo, soprattutto da quando ho avuto modo di conoscere di più il cantautorato italiano, che ad una musica accattivante si debbano unire parole che comunichino davvero qualcosa e il gruppo di milanese riesce indubbiamente a farlo, arrivando a toccare emotivamente chi ascolta.
“Dimmi come si fa a guardarti negli occhi
Senza che siano assenti ma così non è
Dimmi come si fa a guardarti negli occhi
Senza arrendersi”
L’uso dell’immagine degli sguardi per descrivere la difficoltà o la fine di una relazione è estremamente riuscita, a mio avviso, e Per te è sicuramente uno dei pezzi più belli del disco.
Il dubbio, l’incertezza personale o di coppia è uno dei nuclei tematici principali di questo lavoro, declinato con storie diverse unite da questo filo conduttore.
Un altro soggetto che ho riscontrato è quello della ricerca di sé, della fuga per poter ritrovare la propria essenza (da soli o con una persona al proprio fianco).
Quanto ti pesa l’anima
Non lo riesci a capire
E sono stato lontano
Bevuto, caduto
Mi sono rialzato
Guarda come mi hanno rianimato
Sono tornato
La canzone che più mi ha colpita, anzi devo dire che mi ha commossa, è Shakespeare e non solo perché adoro il Bardo, quindi qualsiasi riferimento a lui mi conquista immediatamente, ma per quella vena nostalgica che pervade il brano, per l’acuta descrizione di quell’impercettibile graffio che si sente quando si guarda al passato e alla purezza dell’infanzia che da adulti si perde.
Vi lascio di seguito il testo integrale, non prima di avervi ovviamente consigliato l’ascolto di “Vivi per sempre” e di aver fatto un’ulteriore riflessione sul fatto che la musica italiana sta vivendo un periodo di notevole vivacità soprattutto grazie a giovani (solisti o gruppi) che fanno sfoggio di un talento davvero notevole.
Quand’ero piccolo giocavo da solo
Quand’ero solo giocavo al mare
E mi vedevo realizzare
Quand’ero piccolo giocavo a palla
E la vedevo sopra ogni suolo
Con la rincorsa di ogni uomo
E guardavo le onde del mare
Le vedevo correre e girare
Dicevo sono io tutto quello che sono, posso volare
Dicevo sono io col vento addosso, posso volare
La la la la
Quand’ero piccolo volevo bene a tutti
Salutavo con la mano da lontano
Indicavo tutti gli sconosciuti
E una scarpa persa per strada
E non so più se è solo malinconia
Ho visto un uomo passare
L’aveva negli occhi, sembrava la mia
Gliel’ho portata via