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Ci sono libri nei quali è lampante l’urgenza comunicativa da cui sgorgano, che arrivano al cuore e allo stomaco con semplicità, senza inutili sofisticazioni.

I miei piccoli dispiaceri, della canadese Miriam Toews, pubblicato da Marcos y Marcos, nasce  dall’esigenza dell’autrice di esorcizzare il dolore per la scomparsa della sorella  e mi ha conquistata perché è diretto, vero e intenso.

Le protagoniste sono, appunto, due sorelle, unite da un profondo affetto. Yoli, la più piccola, tenta di essere il filo che tiene legata alla vita Elfrieda, talentuosa e bellissima pianista di fama internazionale. La donna vuole disperatamente morire e Yolandi cerca con pazienza di farla desistere dal suo intento.

Mentre si occupa di Elf, però, Yoli deve pensare anche alla sua vita burrascosa, alle sue relazioni instabili, ai due figli da mantenere, ai due ex mariti piuttosto egoisti, ai soldi che mancano.

È una scrittrice  e proprio nella costruzione di una storia che la rappresenti, nelle parole che possono curare, far esplodere e lenire i propri tormenti, riesce a trovare un valvola di sfogo.

La trama potrebbe far pensare a un’opera triste, piena di dolore e in parte è anche così, ma I miei piccoli dispiaceri emana positività non solo perché è pieno di ironia e vitalità, ma anche perché trasuda voglia di non arrendersi, di lottare sempre anche quando tutto sembrerebbe perduto.

Ci mostra, inoltre, l’importanza della solidarietà, dell’amore incondizionato, del sostegno reciproco e anche, se vogliamo, la bellezza assoluta dell’arte (Yoli vuole trasformare i suoi pensieri in romanzi mentre Elf trasferisce la sua anima sui tasti del pianoforte tanto da sconvolgere chi la ascolta) che non è un mero esercizio estetico, ma un mezzo espressivo viscerale che fa parlare anche quando esteriormente si tace.