Silvia Pareschi, una delle più note traduttrici dall’inglese, ha deciso di far sentire la sua voce e di mostrarci la sua America nella raccolta I jeans di Bruce Springsteen e latri sogni americani.
Dai territori più impervi e selvaggi, dove “la solitudine si sente fisicamente” alla pittoresca ed eterogenea San Francisco, l’autrice registra e fotografa la vita in America, rilevandone curiosità, stranezze, aspetti positivi e negativi attraverso uno sguardo realistico e pragmatico.
Da una parte viene descritto un Paese variegato, in cui praticamente tutto è possibile, dall’altra l’idealizzazione lascia spazio alla verità che porta alla luce le mille contraddizioni in esso presenti come il divario eccessivo tra ricchi e poveri o una sanità lontana dal garantire le cure a tutti.
Il tono del libro, comunque, non è affatto pessimistico o distruttivo; ad emergere prepotente non è una critica severa, ma un desiderio di trasmettere la propria esperienza e soprattutto una sete di conoscenza unita ad una notevole curiosità.
La dimensione del sogno in tutta la sua purezza non è, però, completamente accantonata. Non è un caso infatti che a chiudere la raccolta sia il testo più “romantico”, in cui una giovanissima Silvia va a New York e inaspettatamente ha la possibilità di visitare alcuni luoghi frequentati del suo idolo, Bruce Springsteen.
Il sogno rivive, ma cambia volto, assume una dimensione pluralistica (in effetti il sottotitolo parla di sogni) o se vogliamo una connotazione più concreta, mentre vengono raccontati i tanti “nuovi mondi” (persone, pensieri, stili di vita), scoperti dalla scrittrice.
Fresco, diretto e appassionante I jeans di Bruce Springsteen è di facile lettura ma non banale, perfetto per chi ama gli Stati Uniti, per chiunque voglia conoscerli meglio e, più in generale, per chi ama scoprire quei nuovi mondi a cui accennavo, grazie ai quali si può meditare ed imparare.
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