Rione Serra Venerdì è il nuovo volume della saga dedicata alla “Piemme” materana Imma Tataranni, nonché il nome di un quartiere della città dei Sassi che si appresta, fra pochi giorni, a diventare Capitale  Europea della Cultura. Questa volta, l’energica dottoressa Tataranni dovrà trovare il colpevole di un delitto che la coinvolge da vicino, visto che la vittima è Stella Pisicchio, una sua ex compagna di classe. Il caso si complicherà ulteriormente quando si intersecherà con la scomparsa di un ragazzino dalla vita difficile, segnata dai problemi in famiglia, ma sarà risolto grazie alla sua risolutezza e al suo intuito.  Come negli altri romanzi Mariolina Venezia sfoggia la sua abilità di narratrice capace di trascinare il lettore e di farlo immediatamente appassionare alla storia.

La scrittrice lucana, infatti, ci propone un altro giallo avvincente, in alcuni momenti ricco di ironia in altri di doloroso realismo e ben e riesce, ancora una volta, a ritrarre fedelmente l’ambiente in cui si svolge la storia, facendone emergere le peculiarità, le luci e le ombre attraverso descrizioni fatte di dettagli, anche piccoli, ma decisivi nel determinarne l’efficacia.

“La Basilicata era lunatica. Proprio. Non lunare, lunatica. D’inverno tutta in grugnita e malinconica, con quei campi marrone scuro a perdita d’occhio, sfumati all’orizzonte in un velo di nebbia che faceva cadere le braccia. Poi nel giro di un paio di settimane eccola diventare soave e ridente come se ci avessero steso sopra un tappeto verde tutto istoriato di fiori, e stavi appena prendendo fiato che te la ritrovavi gialla e arsa come l’inferno, tenebrosa per la troppa luce e il sole torrido che picchiava sui calanchi o sulla pietra bianca dei paesi, producendo un boato talmente forte da oltrepassare il muro del suono. Triple face, più che double”.

Il paesaggio, in questa magistrale descrizione, diventa similitudine e pretesto per parlare di una terra tanto amara, ma tanto bella, per citare il celeberrimo brano di Modugno, con i suoi paesini, la sua storia, le sue leggende (si vedano gli accenni ai briganti), i suoi abitanti, i suoi sapori, la sua “lingua”, il suo desiderio di riscatto e le sue annose problematiche. La stessa minuzia è utilizzata per tratteggiare i personaggi sia nel loro modo di esprimersi che nella loro personalità. Imma è un’icona, una donna colorata nell’abbigliamento e nel temperamento, una mamma e una moglie che mostra quanto questi due ruoli siano complessi. È decisa e spigolosa, ma umana, molto umana. È un’eroina del quotidiano, o meglio, un’eroina un po’ sui generis, scorbutica, ma appassionata e ligia al dovere.  Non è assolutamente casuale il fatto che dai romanzi della Venezia sia stata tratta una fiction, “Le avventure di Imma”, che dovrebbe andare in onda su Rai1 e che sono davvero impaziente di vedere.