C’è un tempo per leggere e un tempo per recensire, un tempo per riflettere e un tempo per mettere nero su bianco i pensieri che spesso si affollano senza riuscire a trovare la giusta compiutezza.

Insomma, pur avendo letteralmente divorato, durante le vacanze natalizie il libro “So che un giorno tornerai” di Luca Bianchini (uno splendido regalo con una dedica dell’autore davvero azzeccata), solo ora riesco a raccontarvelo e a raccontarvi ciò che mi ha trasmesso.

Una delle protagoniste è Angela, bellissima e tormentata a causa dell’amore sbagliato per Pasquale “jeansinaro” già sposato, che le regala una figlia, Emma.

La piccola però cresce in qualche modo lontano dalla mamma, che si costruisce una vita altrove proprio per sfuggire al dolore di questo sentimento mai vissuto appieno, ma vicino a dei nonni e a degli zii che l’adorano e la riempiono di affetto e, soprattutto nei primi anni della sua vita, con il desiderio di essere un maschio proprio per riavere sua madre. Infatti il papà avrebbe riconosciuto il bimbo che Angela portava in grembo solo fosse stato un maschio. Invece è arrivata proprio lei, una meravigliosa bambina e suo padre ha abbandonato lei e la mamma, lasciando in entrambe un vuoto che ognuna colmerà a suo modo.

Diventata ormai un giovane donna ribelle, complessa, ma anche determinata, Emma cercherà di riallacciare il rapporto con questo genitore “evanescente”, ma presente nonostante la sua assenza e cercherà di far pace con il passato, ma anche di placare la sofferenza di Angela, che quel giovane calabrese non ha mai dimenticato fino in fondo.

Un alone di nostalgia e di tenerezza pervade le pagine di questo romanzo in cui però possiamo ritrovare anche una sottile ironia insieme alla spensieratezza e la giocosità tipiche della gioventù.

L’autore ci mostra con delicatezza, ma anche con profondità la forza e la tenacia non solo di un sentimento, ma di un sogno, di un ideale, insieme alla lotta interiore di chi costruisce sé stesso passo dopo passo e con difficoltà.

Il ruolo della famiglia, la maternità vissuti in modo molto diverso dalle figure femminili del libro sono altri temi che trovano spazio in questo testo, scritto in modo scorrevole, immediato, ma non si certo leggero.

È semplicissimo non solo immergersi nella lettura, ma anche farsi trascinare dalla narrazione, resa ancor più suggestiva dal fatto di essere ambientata in una città austera, ma vivace come Trieste.

Vi innamorerete di sicuro della genuinità e del calore dei Pipan (la famiglia di Angela), che sono anche i tratti distintivi di “Se un giorno tornerai, quelli che lo fanno sentire immediatamente vicino a chi legge.

Di sicuro io l’ho sentito vicino ai miei gusti di lettrice e alla mia personalità e leggerò con piacere altre opere di Luca Bianchini, che ho scoperto davvero solo ora, grazie al graditissimo dono di un’amica che, evidentemente, mi conosce bene.