Recensione

“Come un delfino” è la “semplice”, piccola, grande storia di un uomo, Vanni, alla costante ricerca della serenità e della stabilità interiore. In effetti sin dalla più tenera età la sua vita non è stata facile, con una famiglia complessa “governata” dagli accessi violenti del padre, un artista dal carattere spigoloso e nella quale la presenza più rassicurante è quella di nonna Jole che però muore improvvisamente. Un altro importante lutto lo segna profondamente e lo costringe a maturare in fretta. Nel corso degli anni Vanni si allontana dai suoi cari per studiare, vive i suoi amori e finalmente trova un compagno con il quale decide di avere un bambino grazie ad Amandine, un’amica che si offre di fare a madre surrogata. Tutto sembra procedere per il meglio, ma ancora una volta, il nostro protagonista si trova davanti ad un bivio.

Il testo di cui vi sto parlando è, come si può intuire, una sorta di romanzo di formazione, ma anche un diario accorato e sincero nel quale il narratore mette completamente a nudo le sue emozioni. Tutto il suo percorso è raccontato molto dettagliatamente e l’atto introspettivo attraverso il quale Vanni rilegge la sua esistenza parte dall’infanzia fino ad arrivare alla maturità, mostrando al lettore le nuove consapevolezze alle quali è arrivato dopo un viaggio ricco di ostacoli e di esperienze negative, ma anche positivo.

L’autore ha scritto senza dubbio un libro in cui si parla di realtà quotidiana, di evoluzione personale e che fornisce moltissimi spunti di riflessione, un libro che senza dubbio si legge con immediatezza e facilità.

Biografia dell’autore

Gianluca Pirozzi è nato a Napoli e ha vissuto in Italia e all’estero. I suoi racconti sono stati più volte premiati nell’ambito di rassegne letterarie nazionali e inclusi in diverse antologie. Ha pubblicato: Storie liquide (2010), Nell’altro (2012) e Nomi di donna (2016), quest’ultimo è uscito in Spagna col titolo Nombres de mujer (2018).