“La colomba sul pino e la vecchia sotto il fico”, di Ferruccio Parazzoli è un romanzo estremamente singolare e raffinato. La narrazione si divide in due blocchi. Il “protagonista” della prima parte del libro è un ragazzo che lascia improvvisamente il suo lavoro di cameriere e si reca in un bosco per passare la notte sotto un albero. Lì in contra un uomo, lo Zio, che a sua volta lo conduce dal Cacciatore il quale gli racconterà la leggenda della Maciucia e del Grande Pino. Nella seconda parte, invece, ci viene presentata Olga, che si oppone con tutte le sue forze all’abbattimento del fico che le ha sempre “fatto compagnia” e che è fedele custode dei suoi racconti.
“Non posso vivere senza storie. A me piacciono le storie, ne ho sempre avuto bisogno, la mia come quelle degli altri”.
Questa frase mi sembra perfetta per riassumere lo spirito dell’opera di Parazzoli, in cui a spiccare è il gusto dell’affabulazione più pura. L’esigenza della trasmissione delle storie agli altri, del non lasciar disperdere l’enorme patrimonio costituito dalle esperienze di una vita traspare con chiarezza mentre scorrono le righe e le pagine. Gli alberi, proprio per il loro valore simbolico, sono degli elementi perfetti per veicolare il concetto che ho espresso poc’anzi e proprio agli alberi Aboca ha dedicato un’intera collana: “Il bosco degli scrittori”.
Con la maestria tipica di chi sa bene come utilizzare le parole, l’autore ci conduce tra leggende e realtà, fantasia e sprazzi di vita reale in un immaginifico ed evocativo viaggio; ci trasporta in un mondo quasi senza tempo, in una sorta di favola moderna dal sapore un po’ nostalgico.
Il lettore si troverà davanti un testo scorrevole, che si “gusta” molto volentieri, per nulla semplicistico, ma, al contrario, elegante ed accurato.
“Lo chiederemo agli alberi/ Come restare immobili/ Fra temporali e fulmini/ Invincibili. Risponderanno gli alberi/ Che le radici sono qui/ E i loro rami danzano/ All’unisono verso un cielo blu”.
Così recita “Lo chiederemo agli alberi”, meravigliosa canzone di Simone Cristicchi che ho immediatamente associata a “La colomba sul pino e la vecchia sotto il fico” e con queste parole così poetiche e profondo desidero concludere la mia recensione, non prima però di aver ringraziato l’agenzia Media Eventi per avermi proposto la lettura di questo interessante volume.
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